In Italia, un Paese con un patrimonio culturale e sportivo invidiabile, sta emergendo una nuova visione per il futuro delle risorse umane e del benessere aziendale. La settima edizione di Well@Work, svoltasi presso lo Stadio Olimpico di Roma, ha segnato un momento significativo di riflessione e di azione per istituzioni, aziende e professionisti HR, tutti uniti da un obiettivo comune: “promuovere la salute e lo sport in Italia dal basso verso l’alto” per un ambiente lavorativo sano e inclusivo.
In un periodo in cui l’instabilità finanziaria ed emotiva mette alla prova il benessere individuale, lo sport rappresenta non solo l’attività fisica ma anche uno strumento potente di inclusione, promozione sociale e aggregazione. Le parole di Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani, risuonano come un appello a riconoscere e potenziare il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dello sport, secondo quanto sancito anche dall’articolo 33 della nostra Costituzione.
Il dato allarmante, secondo il quale il 37.2% degli italiani non raggiunge i livelli minimi di attività fisica raccomandati, pone l’accento sulla necessità di un cambio di passo, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Questa non è solo una questione di salute pubblica ma di responsabilità sociale delle organizzazioni, che sono chiamate a promuovere attivamente il benessere e l’equilibrio vita-lavoro.
La visione espressa durante Well@Work sottolinea un approccio olistico al benessere, che comprende la salute fisica, mentale e sociale dei lavoratori. Marco Gallo, Managing Director di HRC Community, ha evidenziato l’importanza di superare i tradizionali modelli di talent acquisition per concentrarsi sull’impatto sociale delle azioni aziendali. “Le persone possono fare la differenza e lo fanno se stanno bene insieme nelle organizzazioni” afferma Gallo, ponendo l’accento sull’importanza di creare un ambiente di lavoro sostenibile e inclusivo.
Il benessere sul posto di lavoro non è più, quindi, un’opzione ma una necessità. Iniziative come Well@Work mostrano che il movimento verso un futuro in cui il benessere sarà al centro della vita aziendale e sociale è già in atto. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale adottare un approccio che valorizzi l’ascolto, la vita e il gioco, combattendo allo stesso tempo la disinformazione e promuovendo una cultura della prevenzione.
La promozione dello sport come mezzo per ridurre il divario digitale, garantire la sicurezza dei dati e migliorare l’accesso ai servizi sanitari rappresenta un passo avanti verso una società più equa e coesa. La collaborazione tra pubblico e privato, così come l’impiego di tecnologie innovative, possono accelerare questo processo, migliorando la vita dei cittadini e la performance delle aziende. Anche perché le statistiche attuali sottolineano una realtà in cui il dolore fisico e la solitudine colpiscono una larga parte della popolazione, evidenziando una crisi non solo sanitaria ma anche sociale. Questa crisi richiede un intervento olistico che consideri lo sport non solo come un’attività ma come un vero e proprio strumento di benessere e inclusione sociale. “Lavoriamo per togliere i ragazzi dal divano e portarli dentro un impianto sportivo” afferma Diego Nepi Molineris di Sport e Salute, sottolineando l’urgenza di rendere lo sport accessibile a tutti. È una chiamata all’azione per costruire un futuro più sano e inclusivo.
Da questo scenario, il welfare aziendale emerge come una solida base su cui costruire un futuro di benessere. La crescente attenzione questo aspetto come forma di sostegno al reddito, evidenziata dal 64% degli italiani, mostra una chiara direzione verso la quale le aziende devono orientarsi: quella di un “futuro dove il benessere sia un pilastro centrale”. Questo passaggio non solo migliorerà la qualità della vita dei lavoratori ma contribuirà a creare un ambiente lavorativo più produttivo e armonioso.
L’edizione 2024 di Well@Work ha gettato le basi per un dialogo costruttivo tra istituzioni, aziende e società, evidenziando come il benessere debba essere un obiettivo comune, raggiungibile solo attraverso la collaborazione e l’impegno di tutti. La strada da percorrere è ancora lunga, ma le fondamenta sono solide. Attraverso l’integrazione dello sport nella vita quotidiana e una maggiore attenzione al welfare aziendale, possiamo ambire a un futuro in cui il benessere sia davvero al centro della nostra società. È fondamentale che ogni organizzazione, grande o piccola, prenda a cuore questi temi, lavorando per costruire un ambiente di lavoro e una società dove il benessere di ciascuno è la base per il successo collettivo. Il benessere non è più un optional ma una necessità, un diritto che ogni individuo dovrebbe poter perseguire, sia nel contesto lavorativo che nella vita privata.