Dall’istante in cui un lavoratore diventa genitore, può ritrovarsi a dover ricalibrare la propria bilancia ridistribuendo il carico mentale, temporale e di energie tra le grandi sfere della vita lavorativa e quella familiare. Spesso la politica attuata nei confronti dei lavoratori influisce sulla possibilità di essere pienamente attivi e presenti in entrambe le sfere, e talvolta sono proprio le aziende che possono davvero fare la differenza, implementando iniziative che aiutino a colmare i gap del welfare statale.
Sono ancora tantissime le realtà oggi costrette a rinunciare a talenti preziosi, soprattutto donne che, diventate madri, scelgono (se di scelta si può parlare) di lasciare il lavoro per dedicarsi ai figli: ben 44mila solo nel 2022. Da ciò deriva spesso una spirale negativa in cui le aziende si ritrovano a dover supplire a un turnover non previsto, con tutte le spese che questo comporta, dalla ricerca di nuove risorse alla formazione dei nuovi dipendenti, al maggior carico di lavoro sui collaboratori rimasti.
Una soluzione che potrebbe essere un win-win per tutti è quella di rendere gli ambienti lavorativi più family-friendly, cioè con policy attive che permettano di conciliare più facilmente le due sfere, lavorando su una maggiore flessibilità (oraria, remoto, permessi…), sulla cultura aziendale (percorsi di accompagnamento, comunicazione efficace, supporto psicologico…), sui congedi (di entrambi i genitori) e su iniziative di supporto concreto (convenzioni con asili e centri estivi, assicurazione medica, offerte di welfare…).
Si parla di possibile win-win perché da uno studio austriaco effettuato su più di 400 aziende per la determinazione dell’indice “famigliaelavoro”, il cui obiettivo era confrontare le aziende in funzione della loro organizzazione più o meno attente su questi temi, si è riscontrato che nelle aziende con indice più alto, e quindi più family-friendly, la produttività è superiore rispetto a quelle con indice più basso. Si è anche osservato che nelle aziende con indice più alto si riducono le assenze per malattia e il turnover di dipendenti, mentre crescono la lealtà verso il proprio lavoro, l’attrattiva per chi cerca un’occupazione e la fidelizzazione dei clienti.
In particolare, confrontando le aziende nel quartile più alto e più basso rispetto alle politiche implementate di supporto alla genitorialità, i dati emersi dallo studio riportano questi risultati:
● +20% di produttività;
● +10% di attrattiva di nuovi talenti;
● +5% di fidelizzazione dei clienti;
● -28% di turnover;
● -35% di assenze per malattia.
Ma un altro risultato interessante è stato riscontrato in Italia da un recente studio Promama: il dato più rilevante emerso è che nelle aziende italiane con politiche più attente osservate il tasso di rientro delle dipendenti dopo la maternità è vicino al 100%, cioè quasi del +20% sopra la media nazionale.
L’altro dato interessante osservato è l’indice eNPS, il Net Promoter Score dei dipendenti, calcolato in risposta alla domanda: “Consiglieresti la tua azienda ad un/a amico/a con figli?”, che risulta essere 130% più alto nelle realtà con una politica più inclusiva.
Dai dati appena visti, si evince in maniera chiara come le aziende family-friendly possano con la loro politica inclusiva avere una marcia in più. I vantaggi che se ne ricavano afferiscono a tutte le sfere della realtà lavorativa, da quella economica e finanziaria, poiché aumenta la produttività e diminuiscono le assenze, a quella del benessere, attirando talenti e clienti che si fidelizzano con maggiore facilità. E se la conseguenza immediata di un ambiente family-friendly è sicuramente la possibilità di affrontare il grande problema delle dimissioni delle lavoratrici con figli che, come si è visto, ad oggi riporta dati preoccupanti, i benefici si riversano positivamente a 360° anche sui dati di business.
Inoltre, vari studi dimostrano l’effettiva esistenza di benefici nell’avere genitori tra i dipendenti, a partire dalle soft skill che si sviluppano grazie all’esperienza genitoriale, tra cui: la capacità di gestire il tempo, la flessibilità, la creatività, il problem solving e altri.
Anche uno studio americano condotto da WerkLabs Study ha dimostrato la realtà degli effetti positivi che la presenza di genitori porta all’ambiente di lavoro stesso e alle dinamiche di team, generando un vero circolo virtuoso.
In sintesi, l’azienda ci guadagna non solo economicamente, riuscendo a trattenere i talenti e creare ambienti lavorativi soddisfacenti e produttivi, ma anche nell’immagine e nella reputazione, riuscendo ad attrarre nuovi preziosi talenti e nuovi clienti. Sembra proprio un win-win, no?
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