Il nostro sistema premiale è ancora coerente con la cultura che vogliamo costruire?
Questa semplice domanda ha aperto un confronto intenso, tutt’altro che scontato, tra alcunə HR Director della Community in un recente appuntamento di HRD Square. Perché i sistemi di reward – spesso percepiti come strumenti amministrativi – sono in realtà leve culturali, identitarie, strategiche. E forse dovremmo iniziare a guardarli così: come specchi (impietosi) della cultura organizzativa reale.
Ma partiamo da qui: cosa stiamo premiando davvero oggi?
Premiare ciò che diciamo di voler essere
Collaboration. Agility. Empowerment. Parole presenti in ogni manifesto valoriale. Ma che fine fanno quando si disegna un sistema incentivante?
“Se vuoi andare veloce, corri da solo. Se vuoi andare lontano, corri insieme” dice un proverbio africano. Eppure, il reward spesso corre da solo: focalizzato su logiche individuali, KPI economici, valutazioni verticali. È difficile costruire una cultura collettiva se il sistema premiale premia l’ego più che il team.
Alcune realtà, però, stanno sperimentando altro: obiettivi di team, KPI trasversali, comportamenti premiati alla pari dei risultati. Perché la trasformazione organizzativa passa – anche – da ciò che decidiamo di valorizzare.
Innovare richiede coraggio, anche nei premi.
Come si suol dire “Chi non osa nulla, non spera in nulla”, quindi in questo caso rivedere un sistema premiante significa accettare un margine di rischio. Uscire dalle metriche abituali. Provare bonus peer-to-peer, premi spot, meccanismi non solo economici ma anche simbolici. E magari premiare chi “sbaglia in avanti”, chi sperimenta, chi fallisce in modo intelligente.
Eppure, la propensione al rischio in HR è ancora bassa. Perché? Forse perché, in fondo, premiare l’innovazione è più difficile che raccontarla.
La leadership si costruisce anche con gli incentivi
Cosa succede se iniziamo a premiare non solo chi porta numeri, ma anche chi fa crescere i colleghi, chi forma talenti, chi supporta i processi di cambiamento?
Alcuni modelli stanno inserendo nel sistema premiante obiettivi legati alla costruzione di valore collettivo: riduzione del turnover, qualità del clima, longevity dei team, sviluppo delle competenze trasversali. Un segnale chiaro: leadership non è solo delivery, è anche sviluppo.
Premiare è facile, farlo bene è strategico.
Tutto ruota attorno a questa domanda: il reward è una funzione amministrativa o uno strumento strategico?
Premiare le persone non significa solo “pagare un extra”. Vuol dire influenzare comportamenti, generare cultura, indirizzare il cambiamento. E oggi non possiamo più permetterci che un sistema così potente resti neutro o addirittura incoerente.
Eppure, la maggior parte delle aziende continua a trattarlo come una commodity. Con budget predefiniti, con logiche poco trasparenti, con KPI raramente rivisti. Come se bastasse pagare, e non costruire senso.
Misurare l’intangibile: si può e si deve
“Abbiamo clienti che ci dicono: le vostre persone sono straordinarie. Ma sappiamo monetizzare questo valore? Lo rendiamo visibile anche internamente?”: da questo spunto si evince che la misurazione resta una delle sfide aziendali più complesse. Alcuni HR stanno cercando di legare premi a dati reali di retention, engagement, qualità del clima, ma anche a metriche economiche meno convenzionali: durata delle relazioni con i clienti, mix di competenze, stabilità dei team.
Chi non misura, non migliora. E senza misurazione, il rischio è continuare a incentivare ciò che ha sempre funzionato e che domani potrebbe non bastare più.
La coerenza culturale si misura anche da ciò che decidiamo di premiare. Se vogliamo costruire un’organizzazione capace di innovare, collaborare e crescere, dobbiamo rivedere i nostri sistemi premianti con coraggio e lucidità.
Le leve motivazionali stanno cambiando: la personalizzazione, i reward collettivi e i riconoscimenti simbolici stanno diventando sempre più centrali. Ma serve anche il coraggio di rischiare e di sperimentare nuove strade, anche a costo di uscire dalle metriche abituali.
E, soprattutto, è tempo di misurare: perché ciò che premiamo oggi determina la cultura di domani.
I temi presenti nell’articolo sono tratti da HRD Square, la web radio dei direttori HR della Community, in particolare dagli interventi di Findomestic, Istituto per il Credito Sportivo, Reale Group e PwC Italia.
Inoltre, iscriviti a MyHRGoal, crea il tuo profilo e partecipa ai prossimi appuntamenti.