In che modo nutrizione, mindfulness e movimento possono rivoluzionare la produttività sul lavoro? Il seguente articolo, nato dalla collaborazione tra HRC Community ed Everywhere SB, svela le strategie innovative per trasformare il benessere fisico e mentale in un potente strumento di successo aziendale. Siete pronti a cambiare il modo di vivere il lavoro? Scopriamo insieme qualche suggerimento per elevare le performance e il benessere dei lavoratori.
Nutrizione: Il carburante per l’eccellenza
La salute è il nuovo benefit aziendale. Cibi sani e legati all’italianità sono sempre più preferiti dai lavoratori rispetto ai classici buoni pasto. La legge sui fringe benefit permette alle aziende di destinare fino a 258 euro annui per dipendente per l’acquisto di prodotti alimentari. Questa crescente consapevolezza su come una corretta alimentazione possa influenzare positivamente la giornata lavorativa sta mettendo in ombra l’abitudine di consumare pasti preconfezionati e ipercalorici.
Con l’avvento dello smart working, emergono nuovi stili di vita che richiedono un approccio innovativo alla nutrizione e al concetto di workplace.Il legame tra una corretta alimentazione e l’ottimizzazione della performance lavorativa dovrebbe spingere ogni imprenditore lungimirante a implementare politiche di welfare aziendale. Favorire un buon apporto di nutrienti all’organismo, determina “un buon livello di performance mentale e fisica e una riduzione sia delle assenze per malattia che degli infortuni sul lavoro. Un’alimentazione non bilanciata e non varia nei luoghi di lavoro nuoce alla salute dei lavoratori e può provocare una perdita di produttività pari al 20%”, lo afferma un rapporto dell’ILO, l’ufficio Internazionale del Lavoro. Queste politiche non solo educano ma promuovono scelte alimentari responsabili e sostenibili, come la formazione sui corretti stili alimentari, l’introduzione di menu wellness e healthy catering nelle mense aziendali, e la promozione di prodotti biologici nei distributori aziendali.
Movimento: energia che si traduce in produttività
“Un’attività fisica regolare ha importanti benefici sulla salute e riduce il rischio di molte malattie croniche”: questo ciò che emerge dal convegno mondiale medici dello Sport del 2012 a Roma. È stato dimostrato che fare sport sul posto di lavoro migliora il benessere del dipendente e, di conseguenza, dell’azienda. Infatti, l’attività fisica può ridurre lo stress, aumentare la concentrazione e la motivazione, migliorando la produttività e riducendo l’assenteismo per malattia. Attività come la camminata, per esempio, incentivano il pensiero divergente, aumentando la creatività fino all’81%, secondo uno studio dell’Università di Stanford.
Quali sono i semplici passi che incoraggino l’attività fisica? Informare ed educare al benessere sul posto di lavoro, consentire fasce orarie da dedicare al movimento o comunque suggerire di alzarsi spesso, evitando di star seduti troppo a lungo, sollecitare l’uso delle scale anziché l’ascensore, incitare al raggiungimento del posto di lavoro a piedi o in bici, e a svolgere attività outdoor, quali fit-walking, running e trekking.
Anche in termini di team building, l’attività sportiva si rivela utile nella comprensione delle competenze specifiche e individuali e nel raggiungimento di un buon lavoro di squadra. Se in molti Paesi, praticare sport sul posto di lavoro durante le pause è una prassi ormai consolidata, in Italia è un’abitudine che si sta facendo strada – i numeri, infatti non sono così sconfortanti: il 40% delle imprese dispone oggi di strutture sportive interne.
Jack Groppel, pioniere nell’applicare le teorie di scienza dello sport al mondo aziendale, basandosi sulla liaison tra attività motoria e performance lavorativa, ha paragonato la performance dell’atleta a quella di un leader aziendale. Ciò che ne consegue in termini di stress e malumore e di principi utili alla ricerca di equilibrio necessario all’atleta, tra allenamento e tempo di recupero e riorganizzazione sia a livello fisico che psicologico, sono applicabili al mondo aziendale. Si può dire che le soft skill richieste nel mercato del lavoro sono quelle peculiari ad ogni sportivo: audacia, energia e pazienza. D’altronde “La ricerca mostra che più ti muovi, più ossigeno e sangue fluiscono al cervello e meglio risolvi i problemi”, afferma lo stesso Groppel.
Mindfulness: chiarezza mentale per una performance superiore
Secondo la NAMI, National Alliance on Mental Health, oggi un dipendente su 5 affronta ogni anno problematiche legate al benessere mentale.
Tra i supporti a beneficio dell’equilibrio psico-relazionale c’è una strategia, la mindfulness, che p radicata in pratiche meditative antiche, come il Vipassana, e che aiuta a gestire lo stress enfatizzando il vivere nel presente e promuovendo una consapevolezza del sé senza giudizi. Questa pratica ha dimostrato di ridurre lo stress e migliorare l’autoefficacia.
Programmi come il Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR), fondato da Jon Kabat-Zinn, offrono un approccio non farmacologico per affrontare lo stress e altre condizioni croniche. Aziende di tutto il mondo stanno integrando la mindfulness nei loro programmi di gestione delle risorse umane per creare un ambiente lavorativo più sereno e produttivo: acquisire fiducia ed autonomia nella gestione e controllo delle situazioni, Sviluppare la creatività utile a trovare nuove proposte, soluzioni e idee, mantenere la concentrazione e attenzione in maniera intenzionale, ridurre la stanchezza fisica e mentale e gestire le pressioni esterne.
Un luogo di lavoro saturo di stress rischia di diventare nocivo, provocando squilibri e perdite in termini economici e di performance. Assenteismo, turnover e burn out sono tra i rischi cui ci si espone. Poter contare su un team in grado di affrontare pressioni e sfide quotidiane che riflettano una certa ottimizzazione in termini di produttività aziendale, è il goal da perseguire. Un numero crescente di aziende include la Mindfulness nei propri programmi di gestione delle risorse umane, per abbassare i livelli di stress e ansia presenti tra i propri collaboratori e ottenere un clima più disteso e senza conflitti. Così come molte business school, nell’ottica di formare futuri manager e dirigenti, includono programmi di Mindful leadership. L’obiettivo è porre l’importanza sulla formazione di futuri professionisti con elevate capacità di consapevolezza, ricezione, empatia, open-mindness e non soggetti a reazioni emotive impulsive, che sappiano gestire positivamente il proprio team oltre che essere consapevoli del proprio ruolo di leader.
Integrare strategie che tengano conto del benessere fisico e mentale dei dipendenti non è solo una scelta etica ma una decisione strategica che può rivoluzionare la produttività aziendale. L’invito per ogni azienda è di considerare questi approcci per migliorare non solo l’efficienza ma anche la qualità della vita lavorativa dei propri dipendenti.
Scopri di più su Everywhere SB, una piattaforma digitale che integra molteplici servizi per il benessere delle persone in azienda.