Il principio “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” l’abbiamo sentito tutti almeno una volta nella vita, se non di più. È semplice, immediato, ma soprattutto universale. Forse anche applicabile nelle organizzazioni e nel lavoro. Un principio che la DE&I ha fatto suo, non come semplice progetto, ma come modo di essere.
Nella conversazione tra Gianluca Frattini, Community Manager di HRC, e l’ospite Marcella Loporchio, filosofa del lavoro, esperta di DE&I per Unioncamere e presidente di Fight for Your Life, all’interno dell’episodio “La grammatica del rispetto. Dialoghi sulla diversity” del podcast HRC HI – Human Intelligence, abbiamo provato a capire come questo principio resista (e si rinnovi) in un mondo che cambia, tra polarizzazioni culturali, intelligenza artificiale e nuove sensibilità generazionali.
Liberiamoci una volta per tutte dell’idea che la DE&I sia una moda, e sia passeggera, come qualcuno vorrebbe farci credere, e facciamo spazio alla concezione che, in realtà, è un bisogno reale, e umano. È la base per far sì che ognuno si senta “a casa” nel proprio lavoro.
Le parole contano
“Diversity” e “inclusion” non sono sinonimi universali. In Italia, forse, sono stati importati senza adattarli davvero. “Inclusione” può persino suonare paternalistica: presuppone che qualcuno sia “fuori”. Loporchio, infatti, propone il termine “adattivo”: non siamo uguali, siamo unici. E questa unicità, se riconosciuta, diventa forza collettiva.
L’AI e i nuovi bias
Nella seconda parte della conversazione, il dialogo si apre all’intelligenza artificiale. L’AI è una tecnologia potente, ma ciò che ne determina l’impatto è il modo in cui la nutriamo — con dati, ma anche con cultura. “Non mi servono milioni di dati uguali, ma molte voci diverse,” risponde Arthur, il nostro AI co-conduttore di Gianluca, quando Marcella gli chiede come vorrebbe essere addestrato. Un modo elegante per ricordarci che il vero antidoto ai pregiudizi è la pluralità.
La lezione più semplice
“Non dare mai per scontato che chi hai davanti sappia già di cosa parli.” È la lezione che Marcella ha imparato nella sua esperienza e condiviso con la Community: fermarsi, chiedere, spiegare. Perché il cambiamento culturale non nasce dalle direttive, ma dalla consapevolezza. E questa si costruisce insieme.
Forse la frase che meglio riassume tutto è quella con cui si chiude l’episodio: “Io sono ciò che sono”.
Sembra poco, ma è tantissimo — se possiamo esserlo anche al lavoro.
Ascolta qui l’episodio completo di HI – Human Intelligence,“La grammatica del rispetto. Dialoghi sulla diversity”.





