Al giorno d’oggi, l’attenzione verso il benessere della popolazione aziendale ha assunto un ruolo centrale, testimoniato dalla crescente enfasi su iniziative di wellbeing che abbracciano non solo la salute fisica, ma anche quella mentale ed emotiva. In un recente appuntamento di HRD Square, alcuni direttori delle risorse umane hanno condiviso riflessioni, esperienze e progetti innovativi dedicati al benessere integrale, evidenziando un cambio di paradigma nel trattare il tema del wellbeing in azienda.
Il confronto si è aperto interrogando la natura dell’interesse verso la salute mentale: una reale priorità o una tendenza passeggera? L’emergenza pandemica ha accelerato una presa di coscienza collettiva sull’importanza della salute mentale, spingendo le organizzazioni a ripensare i propri modelli di supporto alle persone. Inizialmente, infatti, l’attenzione crescente verso la salute mentale poteva essere percepita come una risposta contingente agli eventi globali, un “trend” destinato a esaurirsi una volta superata l’emergenza. Tuttavia, la persistenza delle tematiche legate al benessere psicologico e la loro risonanza all’interno delle comunità lavorative hanno dimostrato che la salute mentale non è un interesse passeggero, ma una priorità imprescindibile per le organizzazioni che mirano a essere resilienti e competitive in un mercato in continua evoluzione.
Le iniziative presentate spaziano da programmi di ascolto tematici e servizi di counseling psicologico, a soluzioni innovative per promuovere un equilibrio tra vita professionale e personale. L’approccio al wellbeing si estende ormai oltre il tradizionale concetto di benefit, configurandosi come una dimensione trasversale che include il supporto psicologico, l’attenzione alle dinamiche familiari degli employee e iniziative mirate alla promozione di uno stile di vita “sano”. Tra gli esempi di best practice citate figurano la creazione di spazi di ascolto dedicati, servizi di telemedicina, programmi di mindfulness e iniziative volte a migliorare la nutrizione e l’attività fisica. Questi interventi riflettono la consapevolezza che il benessere individuale incide direttamente sulla produttività, sulla creatività e sul clima organizzativo.
Un tema ricorrente è stata la necessità di passare da un’ottica di cura a una di prevenzione, promuovendo una cultura aziendale che valorizzi e incoraggi il benessere a tutti i livelli. L’obiettivo è sviluppare ambienti di lavoro in cui il benessere psicologico ed emotivo siano considerati alla stregua della salute fisica, con un’enfasi sulla riduzione dello stigma associato alle questioni di salute mentale. L’impegno verso il wellbeing richiede una responsabilità condivisa tra azienda e collaboratori, oltre alla creazione di partnership strategiche con specialisti del settore e istituzioni. Il dialogo aperto e la coordinazione verticale sono essenziali per individuare soluzioni efficaci e inclusive, che tengano conto delle diverse esigenze e delle specificità individuali.
L’attenzione al benessere a 360° si configura come una strategia vincente non solo per il singolo individuo ma per l’intera organizzazione. Le esperienze condivise durante questi due incontri di HRD Square sottolineano l’importanza di adottare un approccio olistico, che integri dimensioni diverse del benessere, dall’aspetto fisico a quello mentale ed emotivo, per costruire ambienti di lavoro più resilienti, inclusivi e produttivi. In questo contesto, il ruolo delle risorse umane si rivela cruciale, dalla guida al cambiamento alla promozione di una cultura del benessere e sostenere lo sviluppo di politiche aziendali attente alle persone.
I temi presenti nell’articolo sono tratti da HRD Square, la web radio dei direttori HR della Community, in particolare dagli interventi di PIRELLI, AUTOSTRADE PER L’ITALIA, RHEINMETALL, VODAFONE, LAVAZZA, FITPRIME, CARGILL, BDO, ENEL ITALIA, ALLIANZ TRADE, BIRRA PERONI e WELFOOD.
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