Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) affronta una crisi crescente: carenza di medici di medicina generale (MMG), burocrazia dilagante e pronto soccorso sovraccarichi (+29% di accessi tra 2020 e 2024). Questo scenario spinge sempre più cittadini verso la sanità privata, con una spesa “out-of-pocket” che nel 2023 ha toccato i 43 miliardi di euro (+7% sul 2022), penalizzando soprattutto le fasce più vulnerabili.
Il ruolo del MMG: centrale ma in crisi
Tradizionalmente primo punto di accesso al sistema sanitario, il medico di base oggi si trova a fronteggiare:
- Aumento della domanda di assistenza
- Sovraccarico burocratico
- Riduzione dei professionisti disponibili
Questi fattori hanno indebolito il filtro territoriale, spingendo i cittadini verso il pronto soccorso, anche per problematiche non urgenti: si stima che il 22% degli accessi (quasi 4 milioni di casi) siano impropri, rallentando l’assistenza e aumentando i costi per il SSN.
Sanità privata in crescita, ma non accessibile a tutti
Parallelamente, le coperture sanitarie offerte dai CCNL si sono ridotte in qualità e quantità. Solo 1 azienda su 4 garantisce una polizza sanitaria integrativa, ostacolata da costi crescenti (oltre 500€/dipendente) e da un incremento medio del 20% annuo delle tariffe sanitarie. Inoltre, la carenza di MMG è destinata ad aggravarsi: entro il 2027 potrebbero mancarne 27.000, lasciando 1 italiano su 2 senza medico di base.
Le richieste dei dipendenti cambiano
Sempre più lavoratori chiedono alle aziende soluzioni sanitarie concrete. Secondo ricerche di Deloitte e Generali, i bisogni principali sono:
- Accessibilità: medici facilmente raggiungibili
- Personalizzazione: un medico che conosca il paziente
- Prevenzione: esami, screening e guida sugli stili di vita
- Specialistica: accesso facilitato a cure avanzate
- Digitalizzazione: semplicità e continuità nella cura
- Telemedicina: una risposta efficace
Telemedicina: una risposta efficace
La digitalizzazione può alleggerire gli ospedali e garantire una presa in carico continua. Alcuni servizi di telemedicina autorizzati dal SSN, pensati per il contesto aziendale, rispondono a questa esigenza. Tra questi, esperienze come quella di Carol, che integra video consulti, monitoraggio remoto e gestione digitale delle prescrizioni, si pongono l’obiettivo di riportare la medicina generale al centro del benessere aziendale, facilitando l’accesso alle cure e contribuendo a ricostruire la fiducia medico-paziente.
In diversi casi, le aziende che hanno attivato soluzioni di questo tipo hanno riscontrato benefici significativi: riduzione delle assenze, maggiore produttività e miglioramento della gestione delle coperture assicurative. Inoltre, alcuni team medici offrono un accompagnamento nella corretta fruizione delle polizze sanitarie, rendendo il sistema più accessibile e funzionale per i dipendenti
Il ruolo dell’HR: da spettatore a protagonista
Oggi più che mai, la salute dei lavoratori è un asset strategico. Aziende che investono nel benessere del personale:
- Riducono l’assenteismo
- Aumentano l’engagement
- Migliorano la capacità di attrarre e trattenere i talenti
In un contesto in cui il SSN non riesce più a rispondere efficacemente ai bisogni dei cittadini, le imprese possono (e devono) farsi carico di parte della risposta, superando il semplice rimborso medico o gli screening annuali. I modelli vincenti sono quelli integrati: uniscono la medicina di base alla tecnologia, offrendo un’esperienza sanitaria completa, accessibile e continua. L’HR può diventare protagonista di questo cambiamento, portando soluzioni più sostenibili, inclusive e digitali a tutta la popolazione aziendale.
Garantire l’accesso alle cure è una delle principali sfide dei prossimi anni. Promuovere un nuovo ruolo della medicina generale nelle strategie di wellbeing aziendale rappresenta una leva concreta per affrontare questa crisi, contribuendo a costruire un sistema sanitario più equo e sostenibile.