“Mi ricorderò sempre del mio primo giorno. Non sapevo dove andare, chi chiamare, neppure dove prendere il caffè.”
Quanti talenti hanno vissuto un’esperienza simile durante il loro ingresso in azienda? E quanti, dopo settimane di smarrimento, hanno finito per sentirsi fuori luogo, compromettendo quella che poteva essere una carriera brillante? La risposta a queste criticità esiste ed è più semplice di quanto si pensi: il Buddy aziendale.
Dal pre-boarding all’engagement: il viaggio inizia prima del giorno uno
Le aziende più lungimiranti non aspettano il primo giorno per coinvolgere i nuovi talenti. Il percorso comincia nel pre-boarding. Alcune realtà hanno creato un sistema di aggancio che inizia subito dopo la firma del contratto: video di benvenuto, incontri virtuali e – soprattutto – l’assegnazione di un Buddy che accompagna il neoassunto sin dai primi passi. Non solo per insegnargli come funziona la macchinetta del caffè (anche se pure questo è importante), ma per aiutarlo a entrare nella cultura aziendale.
Un alleato trasversale, tra onboarding e employer branding
Il Buddy non è solo la “guida” dell’onboarding. È il ponte tra la cultura aziendale e chi arriva. In molte aziende, questa figura viene selezionata tra colleghi con una forte fidelizzazione, capaci di trasmettere valori e modalità operative in modo autentico. E non si parla solo di onboarding. Alcune aziende hanno esteso il ruolo del Buddy a progetti di comunicazione interna e di employer branding, trasformandoli in veri e propri ambassador.
Un caso interessante riguarda il coinvolgimento dei Buddy nei programmi di comunicazione interna per diffondere valori aziendali e modelli di leadership. In contesti multinazionali con migliaia di dipendenti sparsi in più stabilimenti, i Buddy diventano punti di riferimento locali, aiutando anche nei progetti di engagement.
Recruiting e retention: il Buddy come fattore chiave
Ma qual è il vero impatto del Buddy sulla Talent Acquisition? Semplice: riduce il turnover e migliora l’employer branding.
Avere un Buddy significa velocizzare l’integrazione dei nuovi assunti, riducendo quel tempo spesso critico in cui il talento non è ancora completamente operativo. E questo ha un impatto diretto sulla produttività. Alcune aziende hanno rilevato una diminuzione del turnover tra i nuovi assunti proprio grazie a questo sistema di supporto peer-to-peer.
Chi è il Buddy perfetto?
Selezionare un Buddy non è un processo banale. Le testimonianze raccolte durante la Square confermano l’importanza di criteri chiari nella scelta. Non è solo questione di esperienza o seniority. A volte, l’abbinamento ideale avviene tra figure junior, vicine nel percorso, capaci di fornire consigli pratici e sinceri, senza il timore di barriere gerarchiche.
E il “what’s in it for me?” per il Buddy? Diverse aziende stanno lavorando per valorizzare questa figura: percorsi formativi specifici, riconoscimenti simbolici o semplicemente visibilità interna. Non è (solo) questione di premi, ma di engagement: essere Buddy diventa un’opportunità di crescita, di networking e di sviluppo di soft skills fondamentali.
Innovazione nel Buddying: oltre i confini aziendali
Alcune aziende stanno addirittura sperimentando il concetto di Buddy esterno: programmi che abbinano i talenti futuri – ancora all’università – con dipendenti aziendali che li guidano nella scoperta del mondo del lavoro, aiutandoli a prepararsi ai processi di selezione. Un esempio innovativo di come il Buddying possa diventare uno strumento di employer branding e talent attraction ancor prima della candidatura.
Il futuro è relazionale
La Talent Acquisition evolve continuamente, ma c’è un elemento che rimane invariato: le persone fanno la differenza. E nessun processo, per quanto digitalizzato, potrà mai sostituire il valore di una relazione autentica.
Il Buddy aziendale, da semplice guida pratica, si sta trasformando in un alleato strategico per il recruiting, l’engagement e la retention. Perché alla fine, ciò che conta davvero è far sentire ogni talento parte di qualcosa di più grande sin dal primo giorno. O anche prima.
Vuoi approfondire le best practice condivise? Questo articolo nasce dalle preziose testimonianze di aziende leader come BCG, STMicroelectronics, Automobili Lamborghini e Prometeon Tyre Group che hanno raccontato le loro esperienze in un recente appuntamento in HRC Square con la Community Talent Acquisition.
Riascolta i loro interventi completi, accedendo alla piattaforma MyHRGoal per guardarli in streaming.