Il valore che la società dà ai lavoratori over 50 è inversamente proporzionale alla loro quota sul mercato dell’occupazione. Stiamo parlando infatti del 33% della forza lavoro complessiva nazionale. Una percentuale che, in una situazione di inverno demografico e di innalzamento dell’età pensionale oltre i 65 anni, assume un peso specifico ancora più significativo. A febbraio 2025 il tasso di occupazione è salito al 63,0%, registrando un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente. Parallelamente, il tasso di disoccupazione è sceso al 5,9%, segnando una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto a gennaio 2025. In un mercato del lavoro in piena trasformazione, caratterizzato da un crescente mismatch tra domanda e offerta, i lavoratori over 50 rappresentano un asset strategico. Tuttavia, costituiscono una specie di “forgotten generation” verso la quale non è diretta la maggior parte delle politiche pubbliche e degli investimenti privati.
Upskilling e reskilling: una scelta non più rimandabile
Investire nella formazione dei lavoratori senior non è solo una questione etica. È una leva concreta per garantire la sostenibilità delle organizzazioni nel lungo periodo. L’Osservatorio sulla formazione continua ha stimato che sostituire un dipendente può costare fino a 1,5 volte il suo stipendio annuo, con tempi medi di copertura della posizione che si aggirano tra i 5 e i 6 mesi. È evidente, dunque, che il vero vantaggio competitivo risieda nella valorizzazione dei talenti già presenti in azienda. Professionisti con esperienza, conoscenza dell’organizzazione e capacità di affrontare l’incertezza possono diventare il perno dell’evoluzione interna, se accompagnati da percorsi di aggiornamento efficaci.
Cambiare la narrativa del “talento”
Il concetto di “talento” continua a essere associato, erroneamente, a una questione anagrafica. Invece, le aziende hanno sotto gli occhi una “generazione dimenticata” (forgotten generation, appunto), fatta di persone resilienti, con competenze consolidate e visione strategica.
Ma i pregiudizi legati all’età restano forti. Troppo spesso questi professionisti vengono esclusi dai percorsi di sviluppo, con il rischio di perdere un capitale umano prezioso in una fase storica in cui ogni risorsa conta.
L’evoluzione della formazione aziendale
I dati congiunti dell’Osservatorio per la formazione continua e del Baromètre de la Formation Professionnelle 2025 raccontano un mercato in evoluzione. Il 98% dei lavoratori considera l’aggiornamento delle competenze essenziale per il proprio futuro, ma solo il 47% conosce l’offerta formativa della propria azienda. È un segnale chiaro di disallineamento tra strategia HR e comunicazione interna. A fronte di budget in crescita (il 41% delle aziende ha aumentato gli investimenti in formazione nel 2025), permangono ostacoli strutturali: il 54% delle imprese affida la formazione a risorse interne, ma il 41% dei responsabili segnala la mancanza di tempo come la principale barriera, seguita dalla scarsità di risorse finanziarie e umane (35%).
Superare la learning fatigue con contenuti personalizzati
Un ulteriore elemento di complessità è rappresentato dalla cosiddetta learning fatigue, ovvero la stanchezza verso i percorsi formativi non mirati. Il 78% dei lavoratori afferma che si formerebbe di più se i contenuti fossero maggiormente personalizzati e rilevanti.
Questo dato conferma la necessità di adottare soluzioni digitali avanzate, come la mappatura delle competenze e percorsi formativi adattivi, in grado di includere anche i lavoratori senior nelle traiettorie evolutive aziendali.
Un investimento strategico per la performance
Integrare i professionisti over 50 nei piani di crescita non è un’azione di welfare, ma una strategia di business. In un mercato instabile, costruire una forza lavoro resiliente, capace di integrare esperienza e innovazione, è una priorità.
Le imprese che sapranno riconoscere il valore della tenure, e che investiranno in percorsi di aggiornamento pensati anche per chi ha già superato la soglia dei 50 anni, saranno quelle meglio attrezzate per affrontare le sfide del futuro.
Articolo a cura di Davide Conforti, Managing Director Edflex Italia